A me fa ridere il Ministero dell'Agricoltura e della Sovranità Alimentare. È ricalcato da quello francese che fa più ridere: le Ministère de l'Agriculture et de la Souveraineté alimentaire, precedentemente chiamato Ministère de l'Agriculture, de l'Alimentation, de la Pêche, de la Ruralité et de l'Aménagement du territoire. C'è della grandeur. Il sovranismo alimentare è un movimento internazionale: "la sovranità alimentare è un indirizzo politico-economico volto ad affermare il diritto dei popoli a definire le proprie politiche e strategie sostenibili di produzione, distribuzione e consumo di cibo, basandole sulla piccola e media produzione". Magari è una cosa giustissima, non saprei, non distinguo una pesca da un'albicocca, ma quell'accenno alla sovranità è un tic rivelatore. Tutti sovrani oggi come oggi, e poi non contiamo niente, manco a casa nostra, e con casa intendo proprio le quattro mura domestiche dove siamo sotto minaccia di controllo da parte dell'autorità dei riscaldamenti, l'autorité du contrôle éthique du chauffage. È proprio perché non siamo più sovrani di un bel niente che ci seducono con il sovranismo: scegliete la destra, dicevano, sarete sovrani, dicevano. Ma cosa volete sovraneggiare che tutte le volte che facciamo un governo nuovo dobbiamo portare le prove all'estero della nostra più servile adesione al patto atlantico. Una cosa è non avere alternative, altra cosa è concedere la possibilità di averle, e non ci è concessa, nemmeno per ipotesi.
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