Salvini chiude i porti. Fatta la tara alla demagogia e fatta salva la vita dei migranti, la forza di Salvini sta nel muoversi in una zona di legittimità. Trattasi di commercio di esseri umani, la narrazione dei poveretti che fuggono dalla miseria per inseguire il sogno di una vita migliore non regge più, la questione è più complicata, ci sono organizzazioni criminali, i poveretti vengono raggirati, picchiati, stuprati, gettati dalle stesse famiglie in pasto agli aguzzini, continuare ad accoglierli, dicono, è il medico pietoso che fa la piaga cancerosa, non fa che alimentare il crimine. Temo che qualcosa bisognerà pur concedere a questa tesi, ed è proprio qui che la sinistra si è arenata (le ong che svuotano il mare con il cucchiaino). Dietro a quel “non possiamo accoglierli tutti” non si nasconde solo l'ipocrisia del razzista che li vorrebbe vedere tutti affogati ma anche un triste dato di fatto: che non possiamo accoglierli tutti.
Promemoria:
L'Italia può decidere di chiudere i suoi porti?
Sì, il governo italiano può negare uno sbarco. Ma la responsabilità ricade totalmente sul ministro delle Infrastrutture, il Viminale non ha competenza al riguardo. Il rifiuto di accesso ai porti di imbarcazioni che abbiano effettuato soccorsi in mare può comportare però la violazione della Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo, quando i soccorsi versino in stato di bisogno (per esempio, alimentare) o necessitino di cure mediche urgenti.
Una volta comunicata la chiusura dei porti cosa devono fare le navi dei soccorsi?
In teoria non dovrebbero neppure entrare nelle acque territoriali di quel Paese. In verità, se una nave si presenta all'imbocco del porto e comunica che non può garantire la sicurezza delle persone a bordo e le cure mediche necessarie, il Paese deve accogliere l'imbarcazione.
Repubblica.it
Promemoria:
L'Italia può decidere di chiudere i suoi porti?
Sì, il governo italiano può negare uno sbarco. Ma la responsabilità ricade totalmente sul ministro delle Infrastrutture, il Viminale non ha competenza al riguardo. Il rifiuto di accesso ai porti di imbarcazioni che abbiano effettuato soccorsi in mare può comportare però la violazione della Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo, quando i soccorsi versino in stato di bisogno (per esempio, alimentare) o necessitino di cure mediche urgenti.
Una volta comunicata la chiusura dei porti cosa devono fare le navi dei soccorsi?
In teoria non dovrebbero neppure entrare nelle acque territoriali di quel Paese. In verità, se una nave si presenta all'imbocco del porto e comunica che non può garantire la sicurezza delle persone a bordo e le cure mediche necessarie, il Paese deve accogliere l'imbarcazione.
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