Fatico, ultimamente, a distinguere bene fra sogno e realtà, non che mi confonda sul lavoro (ci mancherebbe), ma insomma, appena distolgo lo sguardo dal quotidiano e abbraccio la realtà nel suo insieme mi coglie come un senso di irrealtà, una malessere d'altura, un disagio in tutto simile a quello provato in certi sogni tormentosi o in certi incubi in cui ti uccidi o ti uccidono, quell'angoscia dell'ineluttabile, quella certa densità emotiva che ti induce a pensare che il sogno sia tutta la realtà che puoi permetterti e invece ti svegli e c'è di più e non speravi di potertela cavare. Sogno ad occhi aperti, pare, ma in realtà in un senso più profondo, divagazioni cartesiane o le prime avvisaglie di un esaurimento che sempre incombe come una recidiva (sarebbe bello ridestarsi immortali da questo dettagliato sogno mortale).
bello ritrovare per caso un avatar splinderiano, anche se non lo si frequentava molto :-)
RispondiEliminaSul post che dire se non che il senso di straniamento è condiviso credo da molti.. da me di sicuro.. teniamoci saldi (non "i" saldi)
un saluto..