Compro Il Foglio, il sabato, e lo compro con la stessa attitudine con la quale un tempo compravo Cuore. In prima pagina un bell'articolone, un'intervista, "Satana ha 5 stelle e urla vaffanculo". L'intervistato inanella tutta una lunga serie di improperi, alcuni scontanti, altri più apocalittici, rivolti a Grillo e Casaleggio, per cui l'accusa di nazismo risulta anche insufficiente, Casaleggio e Grillo sarebbero veri e propri seguaci di Satana. Ma non è tanto il j'accuse a impressionarmi (condivido senz'altro l'augurio che i grillini facciano una brutta fine, politica, per carità), quanto il tirarci dentro Emanuele Severino, il quale, quando si parla di cultura di morte e anticristo, c'entra sempre. L'intervistato dice più o meno così: l'inizio del 2013 è stato speciale, gravido di segni, esempi ne sono il Papa che si dimette, il fulmine che colpisce S. Pietro, il meteorite che si abbatte vicino a Ekaterinburg. Di lì a poco, sulle pagine del Corriere, esce perfino un articolo a firma di Severino il quale annuncia la fine del cristianesimo e l'avvento di Prometeo (il quale, qualche pagine addietro, era stato più o meno descritto come un demone foraggiato dai Rockefeller), una specie di religione di Satana (arridaje). Ora, che Severino si auspichi l'avvento di Prometeo mi pare cosa strana, Prometeo, in quanto simbolo della volontà umana di dominare il mondo, all'interno del discorso severiniano è nemico della verità dell'essere almeno quanto il cristianesimo. Nessuno capisce Severino... almeno capirlo, dico... magari ci si potrebbero fare delle battute più calzanti.
«Era una sorta di inno satanista impaginato dal più importante quotidiano nazionale».
«Era una sorta di inno satanista impaginato dal più importante quotidiano nazionale».
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