Ecco, in questo preciso momento ho un'altra crisi di senso, ultimamente ne soffro quasi tutti i giorni. Per non tediare oltremodo il gentile lettore aggiungerò che non scrivo più con la stessa frequenza di un tempo poiché l'argomento sarebbe poi sempre lo stesso, inutile aggiungere dell'altro. E poi non sia mai che qualcuno passasse di qui e ne prendesse spunto per suicidarsi, mi sentirei in colpa e non sarebbe giusto. Però personalmente mi sto avvicinando a una dimensione di sconsolata apatia, priva di stimoli e di speranze. Ogni tanto mi si spalanca improvvisamente un baratro poi altrattentato rapidamente si richiude. Forse dovrei riempirmi le tasche di sassi e lasciarmi annegare, ma le grandi masse d'acqua mi inquietano e poi fa freddo, magari d'estate... e il pensiero del veleno balenò seducente nella testa tormentata del procuratore. Continuo a provare una certa invidia per i bipedi che non si fanno di questi problemi, un'esitenza spendibile, passata ad allontanare il pensiero dell'enorme disparità che sussiste fra l'incommensurabile eternità della morte e l'insignificante brevità della vita. Che poi noi qui si stia per giunta a valutare la durata di un governo della sfolgorante repubblica italiana, be', consentitemi, è cosa veramente paradossale.