giovedì 25 luglio 2019

Ritratti: Friedrich Nietzsche

Per capire Nietzsche bisogna calarsi nel suo quadro clinico. Nietzsche fu un delirante di talento i cui deliri furono di volta in volta esaltati dai più disparati attori, dal nazionalsocialismo prima e dal sessantottismo contestatario poi, in chiave di rivolta anti-borghese. 

Il giovane Nietzsche si formò nel mito di Wagner, all’epoca quasi una figura divina a cui mancò poco si attribuissero poteri soprannaturali, attraverso le proprietà mesmerizzanti della sua musica si credeva che Wagner fosse in grado di riportare la Germania agli antichi fasti dei poemi norreni (popolo romantico quello tedesco, che ha sempre avvertito la necessità di farsi guidare nelle sue peregrinazioni da un qualche Spirito della Storia). 

E' in questo clima di misticismo un po' morboso che si inserisce il filologo classico Nietzsche definendo le due categorie del dionisiaco e dell'apollineo. Il primo è lo spirito che attende alla liberazione degli istinti vitali, patrono delle arti sensuali quali la musica e la danza, il secondo è lo spirito guida della arti plastiche, che sovrintende all'armonia delle forme. Nietzsche cominciò subito a sentirsi un dionisiaco, gli piaceva l'idea di una forza pura che si esprimeva senza compromessi, se uno nasce forte, scriveva, ha il diritto di esserlo, la sua potenza è il diritto più naturale, chi vi si oppone cospira contro la vita. La volontà malvagia di Schopenhauer era troppo mortifera per lui, se tutto nel mondo è caos, mutamento continuo, intimamente diveniente, allora l'unica via per l'uomo è quella di cavalcare entusiasticamente questo caos, facendo correre a briglia sciolta la volontà di potenza. 

Fu quando Wagner lo tradì convertendosi al cristianesimo che imbastì la polemica contro i valori cristiano-giudaici dando prova di particolare acume riguardo la genealogia della morale, il tutto ovviamente accompagnato dai consueti deliri di onnipotenza ("Io sono dinamite!", "Fra tutti i miei scritti il mio Zarathustra sta a sé. Donandolo all'umanità, le ho fatto il più grande regalo che essa ha mai avuto", nientemeno). Ma can che abbia non morde. Solitario, tremebondo, cagionevole di salute, soggetto a ricorrenti crisi depressive, Nietzsche era tutto fuorché quella potenza di cui andava parlando. Va da sé, la sua era una grandezza che si esprimeva nello spirito, ma gli spiriti forti sono ahimè ostacolati dalla cospirazione degli spiriti deboli che corrompono sistematicamente ogni istinto vitale, per cui niente da fare, Nietzsche si lamentava di non essere ascoltato da nessuno. 

La fissazione vitalistica di Nietzsche era come una sincope, quel suo progetto di cavalcare a briglia sciolta il divenire non poteva che condurre al disastro, e disastro fu. Santo patrono degli ermeneutici ("non esistono fatti, solo interpretazioni"), oggi di Nietzsche ci restano il superuomo, qualche frasetta epica da tatuarsi sulla pelle e una fortuna accademica ed editoriale che lo ha trasformato di fatto in una specie di culto, coi suoi misteri eleusini e le sue interpretazioni ortodosse ed eterodosse, cosa che di fatto ne ha sancito il successo fra i contemporanei: dall'indistinto qualsiasi cosa, dai campi di sterminio alla rivolta anti-borghese, two gust is mei che one.

2 commenti:

  1. secondo me è inesatto attribuire alla Volontà di Schopenhauer l'attributo di malvagia. La Volontà semplicemente è, esiste, vuole, perché non potrebbe non volere. È vero che il mondo per Schopenhauer è una valle di lacrime proprio a causa della volontà, ma nello stesso senso in cui vivere nel deserto è un inferno a causa del deserto, non perché il deserto sia malvagio. A me è capitato di leggere prima Nietzsche e poi Schopenhauer, quando ho letto il secondo ho molto ridimensionato il primo. In un certo senso l'opera di Nietzsche può essere considerata una reazione a quella di Schopenhauer data dal fatto che, come hai detto tu, non riusciva a reggere alla spietatezza ascetica dell'altro.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Anche io quando ho letto il secondo ho molto ridimensionato il primo

      Elimina