Non si tratterebbe né di accoglierli tutti né di affondare le navi, se non fosse che la cortina fumogena dello scontro politico ha ormai completamente oscurato i termini della questione e un problema che necessiterebbe di calma e di sangue freddo finisce invece per essere alla mercé delle isterie e del sangue al naso. E non è nemmeno un problema peculiare del temperamento latino, ovunque, anche alle più anglosassoni delle latitudini, l'isteria ormai la fa da padrona, perché è l'uomo, qua, che ha paura, perché se la porta appresso come le piattole, sicché si potrebbe dire, come lo Schopenhauer, che la vicenda umana è davvero quell'episodio infruttuoso che viene a sconvolgere la beata quiete della non-esistenza, senza timore di essere smentiti. Ritornando al concreto: non c'è un diritto di migrare in Europa in nome di fantomatici valori universali così come non c'è l'invasione degli ultracopri paventata dai nazionalisti e dai dieghi fusari dei piani kalergici allestiti in gran segreto dai giudei naso-adunchi padroni delle Ong, trattasi di due forme complementari di errore.
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