Come diceva Bukowski, il cui cervello alcolico si era da tempo accostato a quella vacuità che affila i concetti e rende essenziali i giudizi, "la differenza fra Democrazia e Dittatura è che in Democrazia prima voti poi prendi ordini; in Dittatura non stai perdere tempo a votare". Oggi che la democrazia si riduce perlopiù a quello stile di vita che permette di giocare coi cellulari e di iscriversi a Instagram non ci sarebbe nemmeno più bisogno di allestire tutta la variopinta sarabanda delle elezioni, come del resto ci insegnano i compagni cinesi, se non fosse che tale sarabanda costituisce ancora per l'occidente una tradizione imprescindibile al pari del Dirndlkleid e del Kilt, anche se sempre più svuotata di senso e di significati: in futuro saremo democratici senza democrazia.
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