lunedì 12 dicembre 2016

Abbozzo

La mia teoria delle emozioni è buona ma ci devo lavorare un po' su. Puoi girare attorno per anni a un uomo o a un concetto facendo leva sul risentimento, lo abbiamo fatto con Berlusconi, lo facciamo oggi con Grillo, Renzi e Pinco Pallo, poi arriva quel giorno in cui li guardi, questi campioni dell'empietà, e non vedi più quello che ci avevi visto fino al giorno prima, i tuoi argomenti sono meno saldi perché manca il livore, il collante giusto per tutte le inferenze altrimenti un po' traballanti, dico bene? Dico bene. Le inferenze non reggono senza l'ossessione che le rinsalda, certe questioni non funzionano come le leggi della fisica, certe questioni sono personali, e l'odio, si sa, è l'altra faccia dell'amore, va e viene senza dare spiegazione.

2 commenti:

  1. Sono d'accordo, ma nello stendere il lavoro devi dare un significativo valore alle loro rappresentazioni. Nel senso che puoi aver contezza dell'indegnità che l'oggetto mostra nel giustificare l'emozione, e tuttavia constatare che la rappresentazione di quella emozione mira a realizzare sull'oggetto un effetto che trascende la passione ma è nel fine che gli è dato dal freddo calcolo. Voglio dire: basta che funzioni. E ancora: è a chicco a chicco che si fa il cumulo. Nel senso che sulla genuinità e sulla solidità della passione di un singolo si può disquisire, ma su quella delle masse non ha importanza: basta che esse la dichiarino genuina e solida, e tanto basta a darle ugualmente l'effetto. Ma ovviamente prendi tutto questo come un umile contributo di un discepolo della tua somma dottrina.

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    1. Grazie caro, che tu possa godere delle tre benedizioni: bellezza, eleganza e temperanza

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