domenica 22 febbraio 2015

La forza del destino

L'eroe della resistenza greca l'ha presa male, dice che Tsipras ha calato le brache, che è un traditore del popolo, nientemeno. Massimalista è dir poco. Ma, buon Dio, qui non si tratta di ammainare la bandiera nazista sul Partenone, questa è una guerra condotta con altri mezzi, non basta troncare con la comunità economica in nome della Libertà, come si trattasse di metterci ancora del sentimento piuttosto che un po' di sale in zucca. Qui tutto è correlato, cadesse uno spillo a Francoforte fallisce una banca a Salonicco, il pesce puzzava dalla testa e nemmeno un passaggio forzato all'economia pianificata potrebbe migliorare le cose. Oggidì non c'è miglior argomento per spegnere gli ardori pre-elettorali e le mirabolanti dichiarazioni di guerra dei rivoluzionari in carriera che la realtà dei conti dello Stato, e vedi come ritornano agnellini anche i leoni che facevano sfoggio della loro bella criniera.

"le banche fornivano liquidità immediata ai governi in cambio di rimborsi futuri, e questi debiti venivano omessi dai bilanci pubblici". Un esempio: la Grecia rinunciò ai proventi della lotteria nazionale e delle tasse aeroportuali per anni a venire, in cambio di una liquidità immediata. Questo genere di operazioni non sono state contabilizzate come dei prestiti. Ingannando così sia le autorità di Bruxelles, sia gli investitori in titoli del debito pubblico greco, che ignoravano la vera dimensione dell'indebitamento e quindi il rischio d'insolvenza. Come un tocco di ironia alcuni dei montaggi finanziari furono battezzati coi nomi di dèi dell'Olimpo, come Eolo.*

Certe furbate si pagano, punto.

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