Da quando l'occidente buono si è messo in guerra contro l'occidente cattivo (per intenderci quello dei populisti, dei fiancheggiatori di Putin e dei novax, dei complottisti e degli spacciatori di fake news) le cose stanno andando scientificamente in peggio. Ma potrebbe anche essere il contrario: che le cose stanno andando scientificamente in peggio a causa del particolare talento dei cattivi, e i buoni arrancano impotenti. La verità è che il sogno di una democrazia globale compiuta e finalmente pacificata, la fine di una storia che non ha più ragion d'essere perché ha risolto tutti i conflitti, già da tempo si è sciolto come neve al sole e il malcontento monta sovrano, fra i poveri come fra i privilegiati. Lo stile di vita occidentale, tutto casa, ufficio, giardino e figli contenti, coccolati dai gadget a basso costo assemblati in oscure factories di repubbliche cosiddette popolari, non è così sostenibile come sembra: anche il resto del mondo vorrebbe partecipare. Se si farà la rivoluzione la si farà per aver diritto alla bella vita occidentale, non per distribuire equamente il grano e lo zucchero. L'occidente di fronte a questa massa di scontenti si chiude a riccio e si fa élite quasi aristocratica, civiltà contro barbarie. Il pestatore medio di tastiera, bandierino e non populista, persuaso di conoscere i fatti, non si avvede della sua posizione di privilegio e ritiene a torto che gli scontenti siano dei semplici mentecatti. Ma anche questi mentecatti, nel loro piccolo, sono esseri viventi, non si potrà tenerli fuori per sempre da questo club per gentiluomini che sembra essere diventato l'Occidente, inclusivo a parole, esclusivo di fatto.
Ma gli scontenti non cercano eguaglianza e giustizia sociale. Vogliono soltanto diventare anche loro Occidente e entrare a far parte del club. Ma è un controsenso. Il sistema economico vigente è incompatibile con un club in cui tutti possono diventare soci. E il capitalismo è ormai considerato un sistema "naturale", nel senso che segue le leggi naturali dell'egoismo, della proprietà, del predominio. E che non può esistere senza differenza fra ricchi e poveri. Per questo non credo che la massa di scontenti sia in grado di suscitare un diritto rivoluzionario. Almeno in un prossimo futuro.
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