domenica 3 aprile 2016

Discorso sull'etica

Malgrado la libertà non si mostri nel semplice accadere dei fenomeni, siamo tuttavia impossibilitati a non agire senza crederci liberi. L'azione è un insopprimibile impulso fisiologico, restare fermi aspettando che le cose accadano ci risulta impossibile, cosicché l'agire diventa una necessità, così come si rende necessaria un'etica che indichi di volta in volta l'azione che ci è o meno consentita, ed ecco mettersi in moto la gigantesca macchina del mondo. Partendo da questo fondamento abbiamo già legittimato l'esistenza dell'etica secondo un principio di ragione sufficiente (ma pure necessaria). Tutto risolto? Macché. Perché gli uomini non solo vogliono esercitare la propria libera volontà, ma vogliono volere, l'eventuale ridondanza non li trattiene dal volerlo. Che siano necessitati a volere non è abbastanza, vorrebbero volere ed essere ulteriormente liberi dalla necessità del volere, liberi di crearsi il proprio sistema di valori o di attribuirli a un Dio creatore, così come di non averne affatto (cosa peraltro impossibile). I valori, per conto loro, non guardano in faccia a nessuno ed emergono spontaneamente come prodotto delle relazioni fra gli individui e l'ambiente in cui vivono, cosicché non sono le diverse epoche che si adattano al volere degli uomini, ma il volere degli uomini che attinge e si forma nell'ambito dello spirito delle epoche. Mi pare che abbiamo detto tutto.

2 commenti:

  1. " Non sono le diverse epoche che si adattano al volere degli uomini, ma il volere degli uomini che attinge e si forma nell'ambito dello spirito delle epoche." Mi piace di più pensare che sia il volere degli uomini che contribuisce alla formazione dello spirito delle epoche.

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