martedì 26 aprile 2016

Eticamente sensibili

Io, di mio, sono troppo originale per andare ad insegnare l'etica, non è che eticamente sia una cima, ho questa visione dolente della vita legata alla mia particolare sensibilità, per me tutto è dolore fin dal principio e non c'è piacere che tenga. Scriveva Nietzsche, in uno dei suoi occasionali momenti di lucidità, che mentre il cattolicesimo dice «lotta contro il peccato», le religioni del lontano oriente dicono «lotta contro il dolore», e questo dolore ovviamente non si estingue con il piacere che può dare il potere (idealmente sono vicino al lontano oriente anche se non mi vedrete mai andare in giro vestito di arancione, ho una certa avversione per gli aspetti esteriori dei culti, nonché per i culti stessi). Io non me la sento di insegnare l'etica nemmeno ai politici, da loro non pretendo l'onestà intellettuale quanto quella "materiale", che non rubino denaro ai contribuenti, ma questo nell'interesse di tutti. Insomma, anche le crociate anti-casta mi paiono diventate di maniera, gente che scarica impropèri sui politici e magari non rilascia scontrino perché "tanto quelli rubano più noi" (l'italiano trova sempre il modo di accomodare le cose, è la sua specialità). Non vorrei che a forza di fare le pulci agli altri ci ritrovassimo le cimici nel letto, tutto qui.

3 commenti:

  1. magari vestito da pirata saresti carino (ramen).

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  2. "che non rubino denaro ai contribuenti", questo è un ossimoro? un paradosso? siamo sicuri che se accadesse l'universo non verrebbe annichilito?

    Già contribuente e politico sono etichette fuorvianti, usate per abbellire i crudi fatti. Se uno "costribuisce" contro la sua volontà, forse una definizione migliore sarebbe vittima di estorsione. Dato che in genere nessuno si preoccupa di controllare la volontà del "contribuente", stiamo assumendo che la "protezione" o i "servizi" offerti in cambio dallo Stato siano considerati più che convenienti da tutti quanti. Un'assunzione universale che torna molto comoda al "politico".

    Quindi non fare lo scontrino o non richiederlo sono atti di resistenza civile alla violenza perpetrata dallo Stato. Io non li condannerei. Anche il termine "evasione" è frutto dell'operazione di mascheramento della realtà operata dall'oppressore. Sarebbe come dire che A pretende favori sessuali (anali) da B, C e D, in cambio offre un qualche bene (macchine fotogratiche Polaroid). A B le macchine fotografiche Polaroid non interessano molto, ma vede questo scambio come facente parte dell'ordine natuale delle cose, quindi offre il suo ano come fosse un suo dovere di buon cittadino. A C le macchine fotografiche Polaroid interessano parecchio per motivi che vanno oltre la nostra comprensione e quindi è ben contento di operare lo scambio. A D non solo le macchine fotografiche Polaroid non interessano, ma non gli va proprio giù che lo scambio sia imposto, quindi tenta di sfuggire alla penetrazione anale operata da A. D non trova solidarietà né da B né da C, anzi, questi lo guardano con disprezzo, vittime della sindrome di Stoccolma, invece che rivoltarsi contro chi attua violenza se la prendono con chi cerca di sfuggirvi. A, B e C quindi collaborano per creare terra bruciata intorno a D, creano un clima di terrore, con minacce e persecuzioni, e costruiscono tutta una rappresentazione fantasiosa della realtà in cui il cattivo non è A, ma è D, tanto che viene coniato un apposito termine dispregiativo per definirlo.

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