Siccome ogni diritto è positivo, cioè cosa umana, troppo umana, per renderlo più sacro, cioè meno soggetto ai repentini cambiamenti d'umore dei mortali, lo si è caricato nel corso dei secoli di significati alti, altissimi, addirittura soprannaturali, come si può ben vedere, per fare un solo esempio, nella dichiarazione di indipendenza americana:
Quando nel corso di eventi umani, sorge la necessità che un popolo sciolga i legami politici che lo hanno stretto a un altro popolo e assuma tra le potenze della terra lo stato di potenza separata e uguale a cui le Leggi della Natura e del Dio della Natura gli danno diritto, [ecc. ecc.] Noi riteniamo che sono per se stesse evidenti queste verità: che tutti gli uomini sono creati eguali; che essi sono dal Creatore dotati di certi inalienabili diritti, che tra questi diritti sono la Vita, la Libertà, e il perseguimento della Felicità; [ecc. ecc.]
C'è ancora gente che gli si fan gli occhi lucidi. Le "Leggi di Natura" e il "Dio della Natura", non a caso in maiuscolo per conferirgli maggiore autorità, non garantiscono alcuna connessione soprannaturale con il diritto, del resto anche quel "noi riteniamo" varrebbe quanto un "secondo me", e quelle verità evidenti "di per se stesse" non sarebbero altro che una tautologia. Niente dimostra che il Creatore ci abbia dotati di diritti inalienabili, né alla Vita (sempre in maiuscolo), né alla Libertà (maiuscolissimo), né alla Felicità, che è cosa tanto opinabile e personale. Insomma per le grandi dichiarazioni di principio vale la legge che più la maiuscola è grande, più il principio è immaginato.
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