Negli anni ‘70, per esempio, complice il sessantotto, andavano molto di moda le disquisizioni sul concetto di potere, di come il potere schiacciasse le masse, di come il potere condizionasse le nostre vite, ecc., e a tal proposito c’era un filosofo sociale, mi pare fosse Michel Foucault, da non confondere con quello del pendolo, che aveva coniato il termine “biopotere”, intendendo che il potere condizionava le forme stesse della nostra vita attraverso la manipolazione del desiderio.
Oggi che invece siamo in pieno sessantotto della destra, come dice il marchese Fulvio Abbate, il potere ha acquistato una sua valenza salvifica, avere più potere significa salvarci dalle civiltà che ci vogliono invadere e distruggere, e poi, che diamine, di libertà ne abbiamo avuta fin troppa e guarda in che guaio siamo finiti, che i giovani vagano spaesati e afflitti per il mondo e non credono più a niente.
Vi piace? Non importa, perché se non vi piace è così lo stesso, per il momento.