Paralleli storici. Come di certo saprete anche il celebre sir Francis Bacon, barone di Verulamio e noto pederasta, a un certo punto della sua onoratissima carriera venne colpito da un grande scandalo che ne decretò la fine politica. Nel lontano 1621 egli venne accusato ingiustamente dalla magistratura inglese di avere accettato una somma di danaro per pilotare una sentenza, una sentenza di cui, a sua insaputa, si stava occupando. L'impianto accusatorio, a ben guardare, somigliava molto da vicino a un complotto, un complotto ordito di certo dai suoi invidiosissimi detrattori. A quel tempo Bacone faceva la bella vita, viveva nello sfarzo, e questo vivere nello sfarzo in certo qual modo lo colpevolizzava, la ricchezza, per gli spiriti non liberali, veniva considerata come un'imperdonabile colpa. Ma Bacone fu fesso, perché per passarla liscia non si appellò al capo dello stato e non minacciò elezioni anticipate, no, lui ammise invece le sue colpe e rilasciò una completa confessione in cambio dell'impunità. Certo non poté scampare all'interdizione dai pubblici uffici e a una condanna pecuniaria stimata nell'ordine di 40.000 sterline, una pazzia, ma Bacone preferì cedere per quieto vivere, il che dimostrava un'indole debole e poco battagliera. Il Cavalier Berlusconi di certo conosce la storia e sa trarne preziosi insegnamenti, non ripeterà gli errori del passato, del resto è la sua indole leonina che gli impone di scegliere la lotta piuttosto che la resa. La mia stima per quest'uomo cresce proporzionalmente all'accanimento nei suoi confronti e inversamente alla stima che ho di me. Malgrado il suo viso ormai gonfio e le sue gote 'si impastate di cerume lo facciano sempre più assomigliare a un pupazzone degli sgommati quest'uomo ha ancora la vitalità di un ragazzino che per la prima volta palpa le tette della sua fidanzatina marocchina. Vecchio leone non mollare, non dargliela vinta, ¡¡¡No pasarán!!!! E ora, se mi scusate, andrei a preparare la pasta col tonno.
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