giovedì 8 agosto 2013

Intendo per innocente non uno incapace di peccare, ma di peccare senza rimorso. (Giacomo Leopardi)

Ma lasciatelo in pace quel pover'uomo, non vi fanno un poco di pietà gli uomini che piangono, soprattutto se di una certa età? A me strappano il cuore. Ma che volete che siano le nostre scaramucce terrene in confronto all'enigma dell'universo, al terribile e incommensurabile vuoto che ci circonda, noi, piccoli esserini insignificanti e soli, isolati, separati dagli altri mondi e dalle altre genti da miliardi e miliardi di anni luce? Come naufraghi abbandonati senza speranza su di un'isola deserta in mezzo a un oceano sconfinato in cui si agitano tempeste e cataclismi di inimmaginabile potenza. Stanotte ho avuto una nottataccia, m'è sembrato di avere addosso il vuoto infinito dello spazio e la fissità della morte che mi scrutava da quelle profondità, una partita di surimi particolarmente indigesta che mi ha ispirato attraverso un sogno cupo e rivelatore un giro di basso formidabile. Lasciatelo in pace Berlusconi, lasciate in pace l'umanità, se ci ammazziamo e ci divoriamo gli uni con gli altri è solo a cagione del nostro terrore, della nostra impotenza di fronte all'inderogabile destino.

L'avrò presa un po' troppo larga?

Io penso che si sia oramai confuso il corrotto con il corruttore, la colpa con la persecuzione, il reato con la prescrizione, non ci si può più districare, averne un'idea chiara e distinta, il grigio ha preso il sopravvento sul bianco e sul nero, i fumi della battaglia politica hanno seppellito per sempre ogni possibile idea di verità. E di questo non si dia la colpa al solo Berlusconi. La stessa arroganza che ci da tanto fastidio per altri è solo simpatia, per altri è l'arroganza dei giudizi ad essere insopportabile, se c'è il relativismo etico è perché non c'è la pistola fumante. Per cui, rilassiamoci, delle vicende politiche e umane della penisola italiana, se mai ne rimarrà traccia, un giorno si riderà su α Centauri.

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