lunedì 2 gennaio 2023

Il papa emerito

Faceva notare qualcuno che non si può più nemmeno dire che morto un papa se ne fa un altro, ci hanno davvero preso tutto. Le file oceaniche che registrano le cronache nell'occorrenza di certi eventi, come per esempio la morte di un papa, appunto, o di una regina, non si sa bene quanto siano il frutto di un dispiacere vero o non siano piuttosto da riferire alla prurigine che ci coglie per strada quando vediamo un incidente. C'è anche il gusto di voler assistere a un evento storico e di partecipare a un rito di massa, sono cose scolpite nel DNA della razza umana, impossibile isolarne tutte le sequenze. Muore una brava persona e nessuno se ne accorge, muore uno famoso e gli costruiscono i monumenti, niente di nuovo. Nessuno va più in chiesa ma appena muore un papa diventano tutti vaticanisti. Dell'uomo Joseph Ratzinger ci resta il suo amore per Mozart e per i gatti, e l'incredibile somiglianza con Palpatine, tanto che Ian McDiarmid sarebbe stato un ottimo interprete per un biopic (membro della Royal Shakespeare Company, vincitore di un Laurence Olivier Award, ne avrebbe avuto i titoli, altro che Jud Law). Bruno Vespa avrà già pronto l'instant book. Diceva Joseph Ratzinger proprio a Bruno Vespa, quando lui era ancora cardinale e prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, che solo il Signore può licenziare il papa e che Wojtyla doveva restarsene al suo posto fino all'ultimo per testimoniare meglio la sofferenza del mondo. Poi lui con grande coraggio decise di ritirarsi prima del licenziamento, vogliamo fargliene una colpa?

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