venerdì 15 novembre 2019

Parmenide. Tono serio

Con Parmenide siamo di fronte al primo esplicito negatore del divenire: le cose non divengono, che mutino di forma e di sostanza è opinione priva di verità. Dal promontorio di Elea, poco distante da Capo Palinuro, Parmenide osserva la vastità dell'orizzonte e trae la conclusione che oltre l'essere non c'è nulla, ovvero che l'essere è, il non-essere non è. Non si tratta di un indovinello, non è un trucchetto da enigmisti: l'essere trova la sua opposizione nel nulla, ma l'opporsi al nulla rende questa opposizione la più radicale e gravida di implicazioni. Che l'essere si opponga al nulla significa infatti che è impossibilitato a non essere, tutto è destinato ad esistere perché il nulla non esiste, l'argomento si sostiene da sé. La generazione, la distruzione, la nascita e la morte delle creature sono illusione, doxa, non-verità. L'essere è lo sfero perfettissimo che contiene tutto dentro di sé e nulla lascia al di fuori, è l'infinito, il puro indeterminato, perché se fosse le determinazioni, cioè le singole cose che esistono e si corrompono, allora si esporrebbe all'eventualità del non-essere, ma questo è impossibile. Da qui discenderanno poi i celebri paradossi di Zenone sull'impossibilità del movimento e la natura infinita della realtà contro l'apparenza del divenire. Nulla si muove, tutto è immutabile, lo stesso Achille non raggiungerà mai la tartaruga, mentre la freccia scoccata è un insieme di istanti immobili, fotogrammi, che si susseguono e si moltiplicano all'infinito, ma come può l'istante immobile generare il movimento? Il divenire è questa illusione che tutto si muova quando in realtà tutto è fermo. Sono argomenti, questi, che daranno filo da torcere alla generazione di pensatori successivi, i quali si cimenteranno nell'impresa di giustificare il movimento alla luce dell'evidenza dell'essere immutabile, tenendo impegnati filosofi del calibro di Aristotele e di Platone, che ancora oggi non se ne spegne il riverbero: Non si potrà mai fare che siano le cose che non sono", "Non costringerai a esistere ciò che non esiste.”

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