venerdì 28 dicembre 2018

Ormai da filosofo mi sono abituato a pensare alla vita come un vasto campo esperienziale fatto di pure sensazioni, non mi crea problemi mettere in dubbio perfino l'esistenza della materia atomica, chiamalo dubbio cartesiano, ma tendo a considerarla come un'ipotesi al momento la più in voga. Per far funzionare la fisica non c'è bisogno di pensare la materia, alla fisica basta che tornino i conti dell'esperienza, qualunque cosa essa sia. Così come per la fisica non c'è più bisogno nemmeno di porre una meta-fisica. La metafisica, la legge immutabile che pretende di dominare il mondo sensibile da un "al di là" (Dio, la Natura, il Nous, quel che vuoi). Non si trovano in un altrove le leggi della fisica, si trovano anche loro sullo stesso piano dell'esperienza, e dove sennò, dove l'esperimento, il calcolo, la verifica? Dunque perché dopo aver eliminato Dio affidarsi a un altro dio, cioè la Materia? Non ce n'è bisogno. (noi filosofi siamo gente puntigliosa).

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