lunedì 27 agosto 2012

Il primo giorno di lavoro dopo le ferie è sempre un po' così ma guardo avanti. Ricordo il tempo dei magoni, la nostalgia delle abitudini, di una ragazza bionda con gli occhi azzurri che mi toccava, era l'anno di Bella d'estate (brutta d'inverno). Adesso invece un cazzo, solo un po' di fastidio ma tutto sommato niente al confronto delle depressioni adolescenziali e dell'infinite noie, le malinconoie... era proprio bisogno di compagnia e io chissà cosa mi credevo. Quando mi manca la tinca divento nervosa, se solo frequentassi un po' di gente in più penso che potrei essere felice. Lo penso ora, poi magari mi sbaglio. Poi magari mi stufo anche della tinca. La tinca è diffusa in tutte le acque dolci a corso lento: laghi, fiumi, canali, vasche da bagno, docce. Preferisce i fondi melmosi e ricoperti di vegetazione. Sopravvive anche in ambienti poveri di ossigeno. In inverno non si nutre muovendosi lo stretto indispensabile, seppellendosi parzialmente nella melma, talvolta nei paltò. Sta all'occhio vigile riconoscerla sotto la pelliccia.

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