E poi dovrei ritornare a occuparmi anche di politica, che gli argomenti personali li ho quasi esauriti. Dovrei ripartire dalle aste, cioè dalle cose semplici, dal litigio con Di Pietro al nuovo progetto del centrodestra, Grossa Italia o Lunga Italia, per non far confusione con la "Grande Italia" di Benito Mussolini*. Fuor di scherno, questo continuo ripescaggio berlusconiano della toponomastica fascista non può che rimandare alle grottesche atmosfere di Vogliamo i Colonnelli. Non mi stupirei di ritrovare tra i grandi elettori del nuovo soggetto politico i vari Vittorio Emanuele Ribaud, Gavino Furas, Teofilo Branzino, i Bassi Lega, i Quintiliano Turzilli, le Contesse D'Amatrice, in realtà è già così. La nostalgia dell'avvenire come la si rivive in certe fiction Mediaset: l'Ape Regina con la veletta che sale sulla Balilla mostrando la riga delle calze, il sidecar guidato da Gabriel Garko in mostrine ed alamari, Ezio Greggio a fare d'attendente, col féz. Dio Madonna. Galeazzo Ciano era un bell'uomo che sapeva stare a tavola e affascinare le signore, non erano tutti picchiatori. Per intenderci, Beppe Grillo non è il fascista, è il comico qualunque, la mutazione della satira in intento moralizzatore, che non è più di destra né di sinistra, è il bar sport istituzionalizzato. Ma per nostra fortuna vincerà il PD.
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