giovedì 17 aprile 2025

I titolisti acrobatici di Dagospia, i fredduristi incalliti che titolano "Porto d'armi" per dar conto di un traffico d'armi nel porto di Genova, gli apocalittici del Fatto, per cui ogni scandalo è un qualcosopoli, i titoli slapstick di Libero ("Dà fuoco a una scorreggia: cinque morti e due feriti gravi"), i film d'exploitation del Giornale, dove la donna bianca finisce regolarmente mangiata dai cannibali, ce n'è per tutti i gusti, e più si impegnano a fare i precisetti, più scadono nella comicità involontaria, come quelli del Post coi loro tassonomici "spiegati bene"; la verità è sostanzialmente un niente, vacante tanto da noi come nei paesi totalitari, con la differenza che in regime di mercato è una merce che si vende, mentre nei regimi totalitari la fornisce direttamente lo Stato.

Nessun commento:

Posta un commento