mercoledì 1 febbraio 2023

Tutti a casa (1960)

Che bel film che è Tutti a casa di Comencini (in più ci sono Age & Scarpelli, una garanzia), intelligente, ricco, ben girato, con la consueta comprensione per l'umanità che qui non scade mai nel pietismo, al lordo del gigionismo di Sordi e al netto del giudizio su Sordi di Michele Apicella. Poi il pensiero corre a suo nipote Calenda e ti dici: cos'è successo? 

2 commenti:

  1. tutto molto bello, tranne il finale dove "l'ufficiale" si riscatta. ancora una volta un bel film finisce in una boiata. che dovevano fare i registi italiani per campare, poveretti. Tra l'altro, noi italiani non ci mettiamo mai nei panni dei tedeschi. Che avrebbero dovuto fare, traditi e presi a mitragliate? Ma questo non si può dire, del resto siamo poi diventati tutti partigiani o quantomeno antifascisti (non ce n'è uno che non abbia un nonno reduce dai campi di concentramento, dalla lotta partigiana, dall'antifascismo militante).
    Sordi? mica potevano fare interpretare qual ruolo a Tognazzi, Vianello, Chiari, Fo, Mastroianni, E.M. Salerno e tanti altri che erano stati repubblichini.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Il finale è da film patriottico, come quello de La grande guerra, che se non sbaglio era dell'anno prima, ma ci sta, dopo tante brutture dare un filo di speranza. Ho letto che le parti originarie dovevano essere di Gassman e Totò nelle parti del padre, io, dico la verità, preferisco De Filippo a Totò, è freddo e ha la faccia giusta per interpretare il velenosetto. Sui repubblichini vale forse lo stesso che hai detto sui tedeschi, cioè in media res ognuno trova le sue giustificazioni, mi pare che anche Gadda e Savinio furono all'inizio simpatizzanti, giudico alla distanza.

      Elimina