Scriveva il Gadda saggista: "La verità è sempre più ricca e bella [...], delle speciose astrazioni, delle edificanti frottolazioni." Lo scriveva a proposito di una biografia del D'Annunzio che riteneva eccessivamente agiografica. Agiografia: propensione a esaltare una personalità o un fatto storico, tessendovi attorno miti e leggende. Io che non ho fatto il classico, per ricordarmi il significato, mi figuro l'agiografia come uno "scrivere con agio", cioè prendendosi delle licenze. Ieri, cercando cose su Burroughs, mi sono imbattuto in un articolo di Raffaele Alberto Ventura. Non potendo leggerlo gratuitamente mi sono limitato ai titoli di testa: "Per fare di William Burroughs un mito della controcultura si è minimizzato il brutale omicidio di sua moglie. La raccolta delle sue lettere non soltanto mostra la complessità del personaggio, ma costituisce la summa definitiva della sua opera. Non dobbiamo smettere di leggerlo, ma non possiamo considerarlo come un mito." Vedi tu se a 49 anni mi devo far insegnare come considerare Burroughs. Velo pietoso: steso.
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