I social non vanno bene per la politica e nemmeno per la libera circolazione delle idee, delle idee pur circolano, ma ciascuna sui propri binari, tante piccole fazioni che non comunicano fatte di gente che vuole sempre meno dubitare di quel po' di certezze che ha raccattato rovistando tra gli avanzi del secolo venti. La stupidità dei conservatori fa ormai il paio con quella dei progressisti, l'emergere occasionale della verità viene ridotto a dispetto fatto al proprio avversario, una specie di regressione infantile alla fase anale che alterna ritenzione ad espulsione. Usano questa faziosità naturale per mettere in piedi gigantesche campagne ideologiche che trovano nei social le teste d'uovo ideali per prosperare e prender forma di isterie collettive, riducendo i social a strumento di controllo e di omologazione. Alla fine avrà ragione chi postava i gattini.
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