Una volta fatti oggetto dell'ostracismo di sinistra, a motivo di una posizione divergente dagli assiomi della parrocchietta, la vostra anima sarà destinata, espulsa, a vagare per sempre nella cupa desolazione dei campi catalauni. Qualche conoscente ogni tanto vi penserà scuotendo il capo e sospirando: ecco, abbiamo perso anche lui. L'ostracismo di destra lo conosciamo tutti: il corpo estraneo viene espulso rozzamente, gli si dà del negro oppure del finocchio, come usa fra i nemici della democrazia; quella di sinistra è una damnatio più borghesuccia, da puzzetta sotto il naso. Non ti concedono più niente: quel che dici, anche se lo dici esattamente come prima, non verrà più preso in considerazione. Eppure non è una terra desolata quella che sta al di fuori della sinistra, anzi, là fuori c'è il mondo così com'è, che per brutto che sia è pur quello popolato dagli esseri umani. Si fa invece avanti fra i democratici la curiosa figura dell'umanista che disprezza l'umanità, quando l'umanità non gli si presenta educata e amante della lettura, specialmente sudamericana. Il popolo gli è diventato nemico, per la sinistra puzza troppo, e quando gli sconfitti alzano la voce si beccano dei cretini. Ma tutte le rivoluzioni sono state fatte dai populisti, compresa quella francese, la sinistra di oggi puzza invece di ancien régime.
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