Leggevo ieri il Capitolo XXVIII dei Promessi Sposi, quello che dà inizio alla parte più storica del romanzo, leggevo con gusto i tentativi di governance del governatore Antonio Ferrer, preposto al soglio di Milano, volti a mantenere basso il prezzo del pane dopo i moti che costarono l'esilio all'incolpevole Renzo. Vista l'emergenza, s'era dato ordine ai milanesi di non far scorte di farina e a comprar pane solo per il necessario stimato in un massimo di due giorni, pena sanzioni e punizioni corporali a discrezione di Sua Eccellenza. Le sanzioni avevano riguardato anche il riso, perché in tempo di carestia veniva usato per tagliare la farina. Insomma, grida dopo grida, i Dpcm emanati dal governatore di Milano avevano creato più danno che beneficio nel velleitario tentativo di imbrigliare per editto il periglioso corso degli eventi. Ultima in ordine di esternalità negativa, il prezzo calmierato per editto aveva innescato un gran esodo di gente dal contado che si recava in città per approfittare del pane a basso costo. Si rese dunque necessario rincorrere per l'ennesima volta gli eventi e le storture emanando d'urgenza un altro Dpcm (la Grida) che faceva divieto assoluto ai non residenti di comprare pane in Milano e ai milanesi di venderlo ai non residenti, pena sanzioni fino alle punizioni corporali a discrezione di S. E. ecc. ecc.
Se oggi non ci puniscono corporalmente è solo perché non si usa più e le punizioni ci cadono in testa prendendo una curva diversa, camuffate da "disincentivi". Gli stessi accorgimenti messi in atto dal potere per non perdere il controllo della situazione finiscono essi stessi per creare le condizioni della crisi. La realtà ha le sue leggi che la governance non scalfisce. Le Grida di Ferrer, i Dpcm di Draghi: un tentativo di governance nell'Italia dei Promessi Sposi.
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