mercoledì 21 luglio 2021

Nietzsche contro tutti: anche l'ateo è un cretino

È molto bello in Umano, troppo umano il capitolo Delle prime e ultime cose. Qui vi si trova un Nietzsche stranamente molto lucido, meno autocompiaciuto e quindi meno criptico, un Nietzsche molto distante dalla banalizzazione che se n'è fatta in epoca moderna. Qui viene negato il libero arbitrio (Nietzsche non crede nel libero arbitrio, inganno del cristianesimo), l'uomo non è libero di essere quel che è, essere deboli o forti è un destino, un temperamento determinato dalla nascita. Si tratta anche il tema della volontà, da dove arrivi e di come non ci appartenga, di come venga supposta senza ragione l'esistenza stessa di un "io". Parla dell'uomo del futuro ormai impossibilitato a credere in dio e nella metafisica, l'uomo tutto positivo, che crede solo al mondo fatto di atomi. Anche questo tipo di uomo, conclude Nietzsche, è un cretino. L'umanità dovrà percorrere tutta la sua strada fino ad arrivare a un grado di finezza d'ordine superiore, che non si arresti sull'ultimo gradino dello scetticismo ma che discenda ancora più a fondo, fino a scoprire le origini stesse del bisogno di questo scetticismo, di questa supposta superiorità dell'uomo razionale su quello religioso e metafisico. Sì, ma cosa ci attende dunque più in fondo? Infinite ragioni e ulteriori disincanti. Nietzsche descrive il piacere dell'uomo superiore di "sollevarsi libero e senza paura al di sopra degli uomini, costumi, leggi e tradizionali valutazioni delle cose", mentre al cosiddetto libero uomo d'azione riserva la sua derisione "poiché la "libertà" di quello è di un genere affatto particolare".

2 commenti:

  1. "sollevarsi libero e senza paura al di sopra degli uomini, … “
    La migliore interpretazione di questo è il “Valzerino” (non un Waltz!) che Richard Strauss mette alla fine del suo “Also Sprach Zarathustra”. L’ho capito quando ho iniziato a ballare (liscio) e se riesci a fare due giri di valzer viennese a tempo perfetto, in una bella balera, con la tua dama che ti segue perfettamente nei movimenti, hai la sensazione che non ci sia più bisogno di sapere/fare più nulla. (Prima, viceversa, quel valzerino mi sembrava un finale da poco per un poema sinfonico che inizia come inizia e in mezzo c’ha pure una fuga da formiche al cervello)
    ettoregonzaga (et)

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    1. Anch'io ho ballato il liscio da giovane, ma per costrizione, e non avevo colto la finezza: ottimo.

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