Il tribunale del mondo è il mondo stesso, la giustizia degli uomini, con le sue innumerevoli leggi, non smuove niente. Il tormentatore e il tormentato sono la stessa cosa, il male che si fa è lo stesso che si riceve. Nelle Upanishad il maestro sfila davanti agli occhi del discepolo tutta la serie degli esseri del mondo, animati e inanimati, e davanti a ciascuno di essi pronuncia una parola: “questo sei tu”, sei tu l'insetto che hai calpestato, il prepotente che ti ha umiliato. Il Mondo come Volontà e Rappresentazione, paragrafo 63.
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