Non lo so se ci sia dietro un piano ben congeniato, al momento penso semplicemente che la pandemia abbia fornito l'occasione a chi esercita il potere di dare libero sfogo a una tentazione dirigista da sempre presente ma che per ragioni di inopportunità si lasciava in secondo piano e che ora invece ci si sente liberi di applicare facendola passare per "nuova normalità" o necessità dovuta allo stato di emergenza. Il potere è come quell'anello che una volta infilato si prendeva il braccio e la mente, non è una cosa da nulla emanare leggi che vanno a limitare la libertà delle persone, mi pare invece che ultimamente sia diventata prassi normale non solo fra gli addetti ai lavori ma abbia conquistato anche i cuori e le menti dei più placidi progressisti da poltrona. C'è una gran voglia di tagliare le questioni con l'accetta perché appunto siamo in regime di pandemia, non possiamo starci troppo sopra a filosofare, bisogna vietare, ma a fin di bene. Una volta sdoganata la cosa si procede spediti verso la normalizzazione della prevaricazione ed eccoci qui che ci ritroviamo sommersi da un'infinità di leggi e di leggine spesso in conflitto logico fra loro ma a cui bisogna obbedire senza indugi, pena sanzioni e l'esclusione dal consesso sociale. Al fondo, l'idea che gli uomini non possono fare da soli, bisogna vigilarli e amministrarli attraverso un capillare sistema di incentivi e di punizioni, altrimenti la società muore. Solo che la società muore anche di quella stessa cura che in teoria dovrebbe prevenire il danno.
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