Cominciano a intravedersi le prime crepe nel muro di conformismo eretto dal consesso dei giusti, cominciano ad apparire anche su giornali notoriamente organici alla narrazione articoli di questo genere: lungi da noi schierarci con quei due scappati di casa di Agamben e Cacciari, però forse sì, forse forse stiamo esagerando con questa sospensione della democrazia che non se ne intravede una fine, per esempio potremmo sapere, di grazia - senza ovviamente condividere le tesi di quei due scappati di casa di Agamben e Cacciari, che Dio li fulmini -, potremmo dunque sapere quando e raggiunti quali parametri il governo intende restituirci la nostra libertà? Ovviamente il tutto ben camuffato sotto argomentazioni ragionevolissime e prese tutte le precauzioni del caso. Questo in buona sostanza il tono di un articolo apparso sull'HuffPost a firma V. Vecellio:
"Per tornare al Covid: lungi dal voler accreditare ogni tipo di “complotto”, e sideralmente lontani dalle posizioni assunte dal quartetto Agamben-Cacciari-Freccero-Mattei; tuttavia di qualche “ammonimento” è bene far tesoro. Una cosa, il Covid, dovrebbe insegnare: in futuro, senza ricorrere a violenze, eserciti, repressioni cruente, si possono comprimere agevolmente spazi di libertà, democrazia, conoscenza, diritto. E’ sufficiente agitare lo spettro di una planetaria emergenza."
E ancora:
La frase chiave è appunto: “Nell’emergenza in cui siamo, non ci è permesso essere democratici″. Siamo dunque in guerra? Chi l’ha dichiarata? Ancora: chi stabilisce la durata della guerra/emergenza? Chi è il comandante? Chi lo ha nominato? A chi risponde, e come, per le sue decisioni? Scienziati ed esperti ci dicono, unanimi, che questa è la prima di altre future “emergenze”. Dunque: come si intende “governare” la nuova fase storica in cui siamo entrati? Senza ricorrere agli apocalittici scenari evocati dai rabbiosi “negatori” (anzi, per contrastarli con maggiore efficacia): quali contravveleni e garanzie si pensa di mettere in campo, a fronte dei rischi potenziali insiti nelle future emergenze?
No, qui non si è capito che ormai non viene prima il negazionismo e poi la critica ma casomai il contrario, che chiunque osi avanzare delle critiche viene subito gettato, previa cospargimento di pece e di piume, nel girone dei negazionisti: voi siete i "rabbiosi negatori", si intende del diritto di critica, guardatevi allo specchio se avete coscienza.
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