giovedì 9 dicembre 2021

Principio di cautela

I sentimenti ci precedono, istintivamente prendiamo partito contro qualcosa o qualcuno e facciamo in modo di costruirci attorno i nostri argomenti. Però c'è il caso in cui l'argomento prende valore per se stesso e non ha più importanza se nasce da un'avversione personale o meno, l'argomento è valido, è trattabile al di là del peccato originale, se così si può dire. A me, per esempio, disturba a pelle questo clima da caccia alle streghe, questa lenta e inesorabile invasione della vita privata in nome del bene comune, e chi non collabora è un ladro o un assassino, a me interessa capire qual è il punto oltre il quale i presupposti sui quali si fondano le restrizioni smettono di fondarsi su necessità reali e iniziano a poggiare su distorsioni cognitive ed errori di valutazione. A me pare che chi ha da decidere su queste cose così importanti, lungi dall'essere un illuminato, si comporti come quel tale narrato dal Manzoni che a un certo punto della sua impresa non poteva, per non perdere il lustro e la faccia, né uscire, né mollare, né tornare indietro e allora si risolve di andare avanti ad ogni costo, anche se questo comporterà causare ancora più guai. Si può e si deve continuare a discutere il potere che viene esercitato sopra di noi, è un principio di cautela, altrimenti tutto è perduto.

2 commenti:

  1. avresti voglia di fare degli esempi per chi non vive nel paese? io ho visto i controlli di polizia a Milano, magari ti riferivi anche a quelli. Per leggere la situazione in punta di diritto mi affido a soprattutto a Vitalba Azzolini, che scrisse un a mio giudizio ottimo intervento riguardo allo stato di polizia sul famoso caso del 'runner' braccato dalle forze dell'ordine.

    a me sembra che istituzioni allo sbando si affidino allo stato di emergenza in quanto incapaci di pianificare, che era poi la tesi di Esposito, ma poi lasciando troppo spazio a incertezze e figure periferiche allora fra le pieghe/piaghe del potere emergono i nerboruti che si ergono a decisori di schmittiana memoria, stringendo la vite sui protocolli con tutto quello che ne consegue nel dibattito e nella coscienza (in)civile.

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    1. Mah, nessun esempio in particolare, parlo in generale. Mi trovo sostanzialmente d'accordo con quello che scrivi.

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