Ha dell'incredibile che a tutt'oggi, ore 15:40 mentre scrivo, non sia ancora esplosa una nuova emergenza, di quelle belle che fanno impazzire il web, che ci escono milioni di click. Vivere nel mondo dei media è come farsi frullare continuamente il cervello da nuovi allarmi, solo il sonno interviene a interrompere la terribile consecuzione dei problemi del mondo, al netto dei sonniferi. Problemi che tra l'altro sono appositamente tarati sulle nostre esigenze: del morto di fame in Nuova Guinea non ci viene reso conto, interessa nulla, meglio l'emergenza del cinghiale che grufola sotto casa perché lo si può collegare al problema rifiuti. La bolla è questa: la potente lobby delle benzodiazepine è in combutta permanente con i giornali. Chi si volesse informare serenamente giusto per arricchire la sua esperienza del mondo, deve prima scremare le notizie dal loro surplus di emotività, altrimenti finisce dall'analista (che guarda caso è in combutta con quelli delle benzodiazepine: sarà un caso?). Sono scoccate le 15:59 e tutto va bene, mi sta venendo un po' d'ansia, confidiamo stasera in un aumento dei contagi.
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