Improvvisamente i media si sono accorti che ci sono i talebani in Afghanistan, era vent'anni che non se ne parlava, giusto a ferragosto hanno deciso di concederci una pausa dal covid e di sbloccarci questo ricordo nell'occasione del ventennale dell'11 settembre (sembrava ieri), così magari ci escono dei long reading, dei gran pipponi di geopolitica con le cartine colorate: qui ci stanno i talebani, qui i pashtun, e qui vai capirlo ma per intanto la coloriamo di giallo con le striscioline verdi. Anche il dottor Watson aveva fatto la guerra afgana, l'Afghanistan deve averci un qualche ascendente sugli stati maggiori occidentali, un certo fascino per l'avventura che noi civili non comprendiamo, forse per via dei panorami, per i campi di papaveri o per la foggia dei vestiti. A proposito: qualcuno sa che fine ha fatto quello col cappellino da imbianchino, quello che sembrava il principe cerca moglie? La gente scappa mettendo in salvo figlie e suppellettili, gli occidentali in elicottero, i locali con le carriole.
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