La gente ha già deciso cosa vuole sapere: io voglio che prima gli italiani. Benissimo. Al setaccio dei neuroni passeranno allora solo gli argomenti che corroborano e respinti con rabbia quelli che contraddicono. Nessun invito alla lettura, nessun dibattito sul razzismo potrà mai convincerli del contrario: prima gli italiani. Senza poi dimenticare che leggere molti libri purtroppo non rende automaticamente più intelligenti, garantirà tuttalpiù l’appartenenza alla categoria dei simil-intellettuali che poggiano la loro presunzione di sapere sopra il luogo comune di una ragione prescrittiva, che è cioè in grado di imporsi agli uomini per la sua stessa evidenza. Ma la ragione non prescrive comportamenti, tuttalpiù li descrive, non siamo più ai tempi dell’imperativo categorico, non lo siamo mai stati, perché non funziona così.