Magari qualcuno sarà anche scettico sulla capacità della politica e della democrazia in generale di guidare la riscossa, e cioè di favorire la ripresa e magari indirizzare anche gli eventi, ecc., convinto com'è che oramai si può solo rincorrere la realtà e che solitamente non occorra solo turarsi il naso ma anche qualche altro orifizio. Tutto vero, quella famosa nottola aveva ragione, arriviamo sempre troppo tardi. La democrazia sembra dare il meglio di sé quando incarna l'alternativa a ciò che le è contrario, ma col tempo viene a noia. Anzi, in Cina non c'è democrazia ma arrivano perfino sulla luna, chissà, forse in cerca di nuovi mercati. La democrazia è uno strumento sottile, se non coltivi il popolo sovrano e lo lasci scadere nel suo "si fa" e "si dice" quotidiano, finisce che quella mediocrità verrà ad incarnarsi nelle proposte politiche, quando non saranno proprio quelle stesse proposte politiche a suscitare e assecondare quelle tendenze, recando gravissimo danno alla qualità della politica in sé. Quello che si teme è che lo strumento democratico sia destinato ad ingrigire inesorabilmente, ingrigire a tal punto da scivolare a poco a poco verso il suo contrario, o forse siamo solo degli inguaribili pessimisti e ci dimentichiamo quando c'erano solo il PCI e la Democrazia Cristiana a contendersi il cuore e le menti degli italiani, mentre oggi, volendo, si può votare anche il movimento dei radioamatori e il partito della fica. Ma non è tanto una questione di quantità, è più una questione di qualità (o una formalità, non ricordo più bene, cioè il problema dell'aderenza a una forma che di fatto assume qualitativamente i connotati di una sostanza). (E' tutto così complicato, ma per fortuna è arrivato il Renzi che non ci complica il pane).
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