giovedì 26 luglio 2012

Leggere non mi è di alcun aiuto, il fascino che esercita su di me la parola scritta finisce per allontanarmi talmente dalla realtà che il beneficio della cura si annulla nella dimensione fantastica. Del resto leggere per puro intrattenimento non ho più la pazienza, tanto vale una pippa fatta bene, girano dei manuali molto precisi al riguardo, guardo le figure. Non voglio qui disprezzare la lettura per cinismo o per vendetta, in fondo mi ha tenuto compagnia per tanti anni, ma questa è la realtà. Si legge più da giovani che da vecchi? Non penso esista una regola ma per me è stato così. Doccia di mattina o doccia di sera? Preferisco di sera, alla mattina faccio il ripasso e intanto vado a letto fresco come una rosa. Meglio un giorno da pecore o mille da leoni? Meglio mille da pecore se è il giorno in cui muore il leone. Insomma, i libri tengono compagnia ma non sono poi così sicuro che mi abbiano insegnato qualcosa di utile, da giovane io ci speravo ma ora come ora ho l'impressione di avere perso solo del gran tempo e per giunta qualche diottria. Proverò a scriverli questi libri e in fondo è quello che sto già facendo, tra scrivere e leggere ci sta la differenza che passa fra tagliare la legna e gettare i ceppi già belli che pronti nel fuoco (scrivere è da erastes, leggere è più da eromenos).

6 commenti:

  1. No, dai, per favore. Non privarti dei libri, sono loro che ti hanno insegnato a pensare e solo da loro si impara a scriverne altri.
    Ma tu stavi scherzando, vero?, oppure hai una serata negativa.
    Io leggevo molto anche da ragazza, ma adesso leggo meglio. E anche questo me lo hanno insegnato loro, i libri.

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    1. Me ne sono già privato da tempo, purtroppo è la verità. Non leggo perché il lavoro mi distrae troppo e perché in ultima analisi per leggere avrei bisogno di essere più felice.

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  2. Fra libri e seghe non so per quali ci ho rimesso più diottrie.
    Ho seguito molto quello che hai scritto ultimamente, e volevo ringraziarti per aver scritto quello che io avrei fatto fatica ad esternare, o anche solo a pensare distintamente. Hai deciso di scrivere, sappi che lo fai anche per me.

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  3. Finalmente. Temevo di essere l'unica ad aver perso il piacere della lettura, e ad essere convinta che arredare a piacimento la propria mente finendo per vivere soprattutto dentro di essa, spronata solo da romanzi e da saggi, potrebbe non essere stata la scelta più salubre della mia vita.
    Non che ora abbia un buon rapporto con la realtà - rispetto alla Fantasia è sempre così... insignificante. Però le sto dando delle chances.
    e.

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    1. Meno male che ogni tanto c'è qualcuno che mi capisce.

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