Passata la festa, gabbato lu santo, e qui la festa è passata e lu santo è stato gabbato. Per cui ora di che parliamo? Di me no perché non avrei più niente da dirmi. Torno a casa e sono tranquillo, a volte mi pungolo un po' per vedere se provo dolore: niente. Tutto è tornato come prima e capirai la delusione, che non è nemmeno delusione in quanto pare non sia nemmeno più in grado di provarla. E' uno stato di quieta rassegnazione che un po' mi fa rabbia, ma poca poca che qui siamo ritornati a centellinare le passioni e a riprendere le solite abitudini. Che vi posso dire? Tengo l'orologio biologico che segna l'ora giusta, il fico è maturo ma cade dall'albero e si spetascia per terra quando invece la morte sua sarebbe di essere mangiato. Il fico. Poi marcisce, lo divorano le formiche, piove, lo pestano e ci si puliscono le suole. Triste destino quello dei fichi. Pazienza. Penseremo ad altro. Penseremo alla filosofia, penseremo a leggere e a scrivere che, capirai, sono potentissimi lenitivi e validi sostituti della ginnastica da camera. Crederci, chi ci riesce è bravo.
son felice che ti senta meglio. io per arrivare alla "quieta rassegnazione" ci ho messo qualche mille euro di terapia e un anno di master in ipnosi clinica. hai detto giusto: dissociamoci dal fico e pensiamo di filosofia.
RispondiEliminaDiciamo che non è che sia proprio convinto ma facciamo di necessità virtù
EliminaEat the phikis!
RispondiEliminaSe ti paragoni al fico, non ne esci. Paragonati all'uva: nasce per essere pestata. Si realizza, nell'essere pestata... No, eh? :)
RispondiEliminaL'uva masochista. Mi piace.
EliminaL'anno scorso,non ne ho lasciato uno.Di un alberone stracarico,li ho presi tutti,li ho contesi ai calabroni,ho fatto la marmellata.Li ho mangiati.
RispondiEliminaPerchè ogni lasciata é persa.Poco dopo mi hanno dato lo sfratto e dopo la neve ho lasciato tutto.
Non un fico è marcito tranne quello più fico di tutti.
ciao
nonmifidodigoogle
Dai, tutti tranne il più fico di tutti è già un buon risultato.
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