domenica 22 luglio 2012

Stamane radiosa aurora portò il fresco sui verdi pascoli celesti, mi svegliai bene. L'orzo era finito e misi sul fuoco l'acqua per il thé, in cambusa era rimasta della marmellata di fiche, di quella buona da infilarci dentro le dita. Gli uccelli volavano a pelo d'acqua, in una padella saltava una passera di mare. Non avevo progetti precisi per la domenica ma si preannunciava una giornata luminosa, avrei navigato per il gusto di navigare, gustandomi la passera e il nobile orizzonte del mare Ionio che se ne andava via verso l'Africa, ogni santo giorno. La brezza era una dolce carezza che cullava i sogni e le fantasticherie, mi sbottonai la canottiera e i pantaloni. Non c'è niente di più bello per un vecchio lupo di mare che farsi dondolare dalla propria barca rimessa a nuovo, senza meta ne guadagno, foss'anche ormeggiati in un porto sicuro ma con l'acqua sempre sotto i piedi, per avere l'illusione di avere attorno a sé un fossato e di regolare l'accesso attraverso un ponte levatoio, soli ma con la gente che scivola accanto, tu, la tua barca, la passera e tutto il mondo fuori.

6 commenti:

  1. Cosa ci consigli di musica di sottofondo?

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  2. tè, marmellata, passera e Lohengrin?

    dopo la convalescenza, quando la suora se n'è andata, suggerisco:

    prima colazione (da consumarsi in solitudine): pesche grosse mature, camembert e, per stare nel prezzo, verduzzo friulano, aliciotte con riccioli di burro; luigi rodolfo boccherini soffuso

    colazione (rigorosamente per due): gamberoni rossi innaffiati di pinot grigio, insalatina con scalogno, cassata con passito (non più di un bicchierino, sempre per via dello spread), più tardi, alzati, caffè con tartufi al rum e, durante la doccia, copertura totale di maurizio pollini

    cena leggera (con ospiti): vitello freddo con salse. zacapa 23 con generosità. nico saquito, per esempio, per poi sfumare nel languido

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