Stasera ho l'umore a mezz'asta ed è già un buon risultato, direi che ne potrei approfittare per scrivere un po' o per non fare assolutamente niente, in questo momento due opzioni equivalenti. (a proposito, mi rendo conto che oramai mi diverte più scrivere che leggere, che vorrà dire?). Stamattina sono partito male, andando al lavoro ripercorrevo la solita strada con le cuffiette nelle orecchie, non so com'è ma mi veniva da piangere, cosa assolutamente inedita per l'orario. Al bar se ne sono accorti. "Cosa c'è, hai dormito poco?". "No, è che ho la testa un po' così, poi mi passa". (non mi piace mentire spudoratamente sul mio stato umorale, preferisco le mezze verità, non sia mai che ti chiedono il perché e mostrano un poco di interesse... manco per le palle). Poi, in pausa pranzo, ho visto un po' di movimento, ho scambiato qualche sguardo, niente di ché, sarà anche semplice la diagnosi ma mi sono un po' tirato su. Pomeriggio troppo indaffarato per pensare al mio ombelico, sta di fatto che questo ritorno a casa è stato uno dei migliori degli ultimi tempi, come se mi avessero fatto una flebo di morfina. Il massimo sarebbe incontrare un bel giorno qualcuno che mi dica: ti va di passare un po' di tempo assieme? Ma insomma, non siamo mica nei film americani. Tutti ottimisti gli sceneggiatori, almeno per contratto. Il brutto trova la brutta, il timido la timida, il fesso, addirittura, trova quella sensibile che gliela molla. Troppa grazia. (e qui ci starebbe una bestemmia ma poi mi dicono che dico le parolacce). In fondo mi basta poco per essere felice ma anche quel poco scarseggia, qui la vita è avara. (morirò di inedia, affettiva).
oramai mi diverte più scrivere che leggere
RispondiEliminaTipico. E non è necessariamente un male: tutt'altro.
Dici? Non è una brutta malattia? Ok, allora va bene.
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