Stamattina un ragazzino mingherlino è sceso da un camion delle bibite, aveva una maglietta della coca-cola, ma grigia, già sudata, tutta raggrinzita. Il cassone del camion era pieno fino in cima di bottigliette di plastica, una montagna da scalare. Questo ragazzino è salito sul cassone con piede malfermo e si è perso dentro la giungla di sprites e di acque toniche per cercare non so che bibite che si era dimenticato di consegnare: le fatiche di Sisifo. Metteva un piede su certe confezioni d'acqua e queste erano lì lì per cedere quando si vedeva costretto ad appoggiarsi sulle fanta. Quando stavano per cedere anche le fanta passava alle schweppes, finché a un certo punto è proprio caduto dentro un buco per poi rispuntarne fuori con sei lattine di coca-cola light, proprio quelle che cercava. Mi sono messo a pensare alla sua vita e mi è montata dentro una certa rabbia anti-imperialista: la vostra merdosa coca-cola light prima mettetevela nel culo. Passavano in quel mentre ragazzine piuttosto discinte e indifferenti, sfiorando quel ragazzo che non aveva nemmeno più gli occhi per guardare, madido, spettinato, con la faccia di chi non si domanda il perché ma col prezioso carico di soft drinks da consegnare entro l'orario stabilito. E poi è passato il camion dei pendolari e sono partito in direzione del lavoro, felice di non fare la sua vita, perché a questo servono le miserie umane, a farci sentire meglio.
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