lunedì 18 giugno 2012

Quel che rimane è sempre la solitudine, per molto tempo non mi ha pesato, ora ha cominciato a tormentarmi e non mi lascia più in pace. L'urgenza che avevo tenuto a bada per anni ora non mi lascia più vivere e pretende soddisfazione immediata. I giorni a venire mi appaiono come una distesa vuota, una tortura, una condanna. Ogni giorno a quest'ora, tornando dal lavoro, l'insostenibilità di questa vita mi appare in tutta la sua essenziale verità e mi viene un magone che non bastarebbe un mare per contenere tutto quello che ho da piangere. Se continuo a scrivere è per sentirmi un po' meno solo, in ultima analisi per continuare a vivere.

5 commenti:

  1. Dall'altra parte del monitor siamo in tanti e facciamo tutti il tifo per te!
    Intanto, per tenerti un po' impegnato: la Filosofia ha trovato qualche risposta o ha solo moltiplicato le domande?

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  2. Pare che abbia cancellato inavvertitamente un post di astime, non ci sto più con la testa.

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  3. Ma no, mi trovi nel post successivo :)
    e poi non sarebbe stata una grande perdita, suvvia.

    Già che ci sono: visto che la tua ora cruda coincide con quella dell'aperitivo, perché non trascorrerla in uno di quei posti affollati, tanto affollati?
    Risultati immediati:
    - poi apprezzi la solitudine
    - le eventuali bollicine dell'aperitivo sono dalla tua parte
    - magari conosci qualche Monica

    Buona giornata :)

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