Ci ho dormito sopra, al risveglio solo un po' di malinconia a lento rilascio e molto lontani gli echi testosteronici dei tifosotti che si agitavano sulle sedie un paio di piani più in là. Per le strade qualche carosello, gente che consuma benzina. Comunque mi devo dare una calmata perché tutte queste crisi di nervi mi stringono talmente il cuore che quando ne esco ho il fiato corto, come non fanno bene allo spirito non faranno bene al corpo, mi fa male il braccio, dieci giorni al mio compleanno e quasi muoio di crepacuore. Un accenno di apatia mi intorpidisce i sensi. Ho lavato i piatti per abitudine, non mi piace tenerli sporchi nel lavandino, l'ho fatto sovrappensiero. Quando dico agli altri che mi sento solo, che mi manca una donna, sgranano tanto di occhi e mi dicono: com'è possibile per uno come te? Non so che idea si siano fatti di me, certamente migliore della mia. Questo dovrebbe essermi di consolazione. Oh, basterebbe poco per farmi felice, un abbraccio, una parolina dolce, qualcosa di simile ma niente, non accade nulla. Posso fare il brillante per otto ore di fila ma quello che mi rimane attaccato alle dita è il ruolo del buffone, il trovatore della favorita. La vita mi scorre su un binario talmente vicino che quasi la posso toccare, quasi. Credo che mi aiuterò con un po' di chimica, non lo faccio quasi mai ma c'è un momento che un uomo deve capitolare, almeno mi metto tranquillo. Qualche settimana fa qui con me c'era la mia nipotina di sei mesi, un sorriso da orecchio a orecchio quando mi vedeva, tenerla in braccio mi riappacificava col mondo.
In compenso sono tornato io sul tuo blog, dopo tanto tempo (non riesco a spiegare il motivo della mia assenza dai blog in genere). Su,su.
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