lunedì 18 settembre 2023

Stamattina, per qualche strano scherzo della memoria a lungo termine, mi è giunto chiaro e vivido il ricordo dei bagni dei treni a lunga percorrenza che mi portavano a Scalea, quell'inconfondibile puzzo di piscio e di merda dei cessi delle "Frecce del Sud" sul finire degli anni '70, roba che a brevettarlo oggi ci si potrebbero fare i soldi vendendolo all'Ucraina come arma batteriologica e sconfiggere l'invincibile armada russa nel giro di una mezza giornata. A un certo punto si rendeva semplicemente necessario andare in bagno, non c'erano alternative, mamma mi portava dentro per fare pipì e la prima cosa che vedevo era la grata sul pavimento, "falla lì" (perché il cesso era regolarmente intasato dal materiale organico depositato dagli altri passeggeri), e io, frastornato da tutto quello sballottamento e dal puzzo che mi assaliva da tutte le parti come in una vasca di fermentazione, tiravo timidamente fuori il mio cosino cogliendo attraverso il groviglio di interiora metalliche del vagone delle acciaierie Breda dei brandelli di binari che correvano veloci sotto i miei piedi, se mi esce adesso qualcosa dalle tasche, pensavo, non lo vedrò mai più, sarà perduto per sempre, e mi pareva di essere perduto per sempre anch'io inghiottito da quella grata, colando come urina sui binari in uno sperduto tratto ferroviario fra le stazioni di Agropoli e di Battipaglia. Dite che potrei chiedere i danni morali a Trenitalia?

2 commenti:

  1. danni morali direi di no, ma il rimborso del terapista ci sta tutto (ma non gli dire che sai mettere tutto così in bella copia che sennò mangia la foglia)

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    1. No no, mi devo presentare sprovveduto e mangiandomi le unghie.

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