Una delle mie migliori performance, appena terminato il periplo dello sterminator Vesevo, fra Striano e San Valentino Torio, adeguatamente aggrappato all'apposito sostegno e favorito da una miracolosa e pressoché totale assenza di rollio, centravo con risolutezza il bersaglio, bull's eye, senza colare su tazza e affreschi parietali. Sull'onda dell'entusiasmo eseguivo lavori approfonditi di pulizia e insaponatemi con cura le mani andavo a pigiare il pulsantino dell'acqua senza però ottenere apprezzabili risultati. Vinto un primo moto di sorpresa realizzavo che mi trovavo chiuso nel bagno di un Frecciarossa, fra Striano e San Valentino Torio, senz'acqua e con le mani irrimediabilmente insaponate: pensa velocemente, come farebbe McGyver? Non avendo con me graffette o puntine da disegno con le quali approntare una pompa idraulica di fortuna, decidevo di insistere sul malefico marchingegno percuotendolo ad oltranza con la prima falange del dito mignolo fino al cacamento del maledetto, merdoso, rivoletto d'acqua: e acqua fu, ma calda e brodosa come urina, richiamata da insondabili profondità meccaniche, che faceva quasi senso a toccarla. Mi saliva un odio proletario per tutti i manager della PA che erano andati in bagno prima di me esaurendo le scorte destinate alla gente del popolo. È buona prassi su tutti i convogli di Trenitalia, prima di farsi prendere dall'entusiasmo alla vista di un dispenser integro di sapone liquido, testare la diponibilità di acqua non potabile o al limite portare con sé, oltre al rotolo di carta igienica di emergenza, anche una bottiglietta d'acqua d'emergenza e/o succo di frutta di emergenza per l'eventuale espletazione delle funzioni igieniche e corporali. Grazie per aver viaggiato con Trenitalia, il personale vi augura un buon proseguimento, good journey e salùtam' a mmammeta.
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