Paese surreale, la Russia, dove accadono cose terribili e comiche allo stesso tempo, come nei libri di Pelevin, accade che un "imprenditore" della ristorazione, come viene ancora definito dalla stessa ricerca di Google, a capo di un esercito parallelo e partito da un chiosco di hot dogs, decida di marciare su Mosca e glielo lascino fare tanto per vedere come va a finire, e diametralmente che tutto il sistema putiniano, apparentemente saldo come una roccia, si squagli come neve al sole dalla sera alla mattina. Dice: ma noi stiamo con Prigozhin o con Putin? Noi stiamo dalla parte di quelli che si cacano in mano al solo pensare che le famose valigette coi codici nucleari possano finire in mano al primo embriaco che si crede Rasputin, con tanti saluti a quelli che si preoccupano ancora dell'Ucraina.
'La sinistra riparta da Prigozhin' (cit.)
RispondiEliminaHo seguito su Rai News tutta la vicenda; l'intera giornata di Sabato. Alle fine di una giornata di agenzie, interviste dal tinello a giornalisti e docenti, 5 clip da smartphone dove non è visibile da occhio umano mai più di due mezzi militari e mai più di mezza dozzina di persone vestiti da soldati - primo fra tutti questo nuovo personaggio -, mi sono chiesto: ora, a parte le fantasie, cosa sai? Risposta: niente. La non piacevole sensazione di avere sprecato una bella giornata di sole.
RispondiEliminaÈ il giornalismo di oggi, ha lo stesso spessore di The Borderline e dei content creators di youtube.
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