Noi che abitiamo nella grande ZTL globale dei paesi cosiddetti sviluppati guardiamo al razzismo e all'inclusione sociale sostanzialmente come dei problemi di scuola, non ci è mai capitato di vivere in una favela o in uno slum subsahariano, non la concepiamo nemmeno come vita, la vera vita degli integrabili che vorremmo includere nella società ci è perlopiù sconosciuta, mediata tutt'al più da qualche documentario o qualche film straniero del circuito indipendente, cinema d'essai, e anzi invece di prenderci la briga di conoscerli calati nelle loro vite reali predisponiamo per loro un bel modello sociale che a conti fatti è il nostro. Qui ogni tanto mi spendo inutilmente per far emergere questa forma introiettata di presunzione, o se volete di prepotenza, che finisce per invalidare il nostro giudizio di occidentali sul mondo, ma pare che venga perlopiù scambiata per cavillosa pignoleria, e quindi amen.
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