Leggevo di sfuggita la polemica che ha coinvolto il prof. Rovelli, che trovo interessante nel suo ambito di studio, il modello di un universo atemporale, ma che per qualche ragione legata presumo al suo ethos (ethos anthropoi daimon), al di fuori del suo ambito indossa la divisa dell'intellettuale con i sandali (per una suggestione francescana i sandali costituiscono un accessorio imprescindibile del trovarobato di sinistra) ed esprime concetti piuttosto elementari in linea con i dettami di un certo pacifismo hippie (mettete dei fiori nei vostri cannoni). La cosa sgradevole è che tali dichiarazioni ormai perlopiù innocue vengano subito stigmatizzate come si trattasse di pericolosissime eresie ("il professor Rovelli è filorusso!, forse è pure novax!"), d'altronde viviamo ormai in uno stato di nevrastenia permanente in cui un'escursione termica di appena quattro gradi è sufficiente per strillare al "crollo termico". L'hanno pure escluso, dice il professore Rovelli, da un incontro che si doveva tenere non so dove perché le sue posizioni sull'Ucraina sono state giudicate "controverse" (salvo forse ritrattare). Io non voglio vivere in un mondo in cui bisogna presentare il patentino di filo-ucrainismo per essere giudicati idonei ad esprimere un qualsiasi pensiero, questa è ideologia, non è più libertà.
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