Finirà che la nostra vita sessuale, oltre che dei bigotti e degli ossessionati della legge di natura, dovrà liberarsi un giorno anche della pedanteria dei liberatori che così alacremente lavorano per sistematizzare la materia fin nei minimi dettagli, tant'è che la sigla LGBT ha preso ormai corso di codice IBAN arricchendosi giorno dopo giorno di nuove cifre alfanumeriche: LGTBQIA2S+, che sta per "Lesbian, Gay, Bisexual, Transgender, Queer and/or Questioning, Intersex, Asexual, Two-Spirit, and the countless affirmative ways in which people choose to self-identify". Ho sempre avuto fantasie di tutti i tipi e lo scopo ultimo della liberazione sessuale sta proprio in questa capacità di non curarsene. Senonché, direte voi, per vivere in una società che permette questa beata noncuranza bisogna battersi per i propri diritti, e potrei essere d'accordo, solo che la strada della puntigliosa classificazione delle tendenze sessuali, dai e dai, potrebbe alla fine rivelarsi un boomerang e intralciare il corso dell'unica vera esigenza che si dovrebbe far valere: quella di essere ciò che si è, senza essere raggruppati in batterie, come polli. Quindi, così come dall'amante della tradizione che mi facesse la paternale sul fatto che dovrei fare il maschio perché la Natura, dea crudele, mi ha fatto uomo (la natura invece ci fa esattamente come siamo: etero, gay bi-, tri-sessuali e stronzi e meno stronzi), mi guarderei bene anche da colui che, una volta fiutata la mia tendenza, mi offrisse la tessera dell'Arcigay per tirarmi dentro la sua parrocchia, esattamente come i quattro sfessati del collettivo marxista che tentarono di tirarmi dentro la loro confraternita quando facevo la matricola alla Statale.
che dante causa sia solo la natura per quanto riguarda stronzi e meno stronzi sarei meno assertivo fossi in lei. quanto ai collettivi, apparteniamo tutti a quello più grande, degli stronzi e meno stronzi, e dunque anche in tal caso andrei con cautela a giudicare quello più sfessato.
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